"The best things in life are free"

La panchina

Riflessioni sulla mente umana.

Motivazioni.

Mercoledì, 13 febbraio 2008.
La TV sta trasmettendo la puntata di Roberto Benigni sul canto XXXIII dell’Inferno, quello su Ugolino, conte della Gherardesca, fatto prigioniero dai Ghibellini e lasciato morire di fame assieme ai due figli e a due nipoti nell' oscura cella di una torre, detta poi Torre della fame.
Queste le immagini che scorrono sul monitor: Benigni, sul palco illuminato; un mare scuro di spettatori attorno; sullo sfondo, la chiesa di Santa Maria Novella, fortemente illuminata.
Benigni sta concludendo le prime due parti della puntata, e cioè prima l'introduzione storica e la creazione dell'ambiente e delle suggestioni adatte, e poi la descrizione ed il commento del Canto. Ora si appresta a iniziare l'ultima parte, la lettura del Canto, e lo fa egregiamente, paragonandosi ad una umile candela la cui luce sarà offuscata dall'irrompere del sole quando egli inizierà la lettura del canto XXXIII, essendo il Sole rappresentato dalla potenza evocativa delle parole - poesia tragica ed altissima - di Dante Alighieri.

Mentre seguo emozionato la lettura, per una strana associazione mi metto a pensare al mistero della mente umana, un argomento la cui complessità mi ha sempre scoraggiato dallo scriverne.
Ma stasera, forse anche per quel particolare stato mentale che dicono si instauri quando si ascoltano dei brani musicali di Mozart o rime famose come quelle su Ugolino e su Paolo e Francesca, decido di farlo, sia perchè so che comunque non prenderei subito sonno, sia perchè ciascuno di noi è essenzialmente la propria mente, e quindi non può sottrarsi al bisogno di cercare una risposta su questo grande mistero.
Ma come? Certamente, più come riflessioni ed opinioni, che come informativa e descrizioni scientifiche, lasciando che la mente, libera da impegni giornalieri, rifletta su se stessa, in un dialogo virtuale tra un amico anonimo, che chiameremo "amico" (in realtà, un alter ego) ed il sottoscritto, che chiameremo "prof".

Riflessioni preliminari.

"amico". Per te, che cosa è la mente umana?

"prof". Chiamiamo mente l'insieme di alcune capacità del cervello, come l'intelligenza, la memoria, la coscienza, l'affettività; ma questo è un concetto astratto, che dice tutto senza definire nulla.
Non credo si possa definire esattamente la mente, in base alle attuali conoscenze. D'altra parte, anche il cervello non è completamente conosciuto, però sono ben note alcune sue caratteristiche.

"amico".Per caratteristiche intendi forse proprietà come ad esempio la complessità della sua struttura?

"prof". Non solo complessità, ma anche specificità, e altro ancora.
Il cervello umano è certamente la cosa più complessa esistente sul pianeta Terra, e forse anche nell'universo.
Infatti, sul nostro pianeta la molecola e la cellula sono le entità di riferimento rispettivamente del mondo inorganico e di quello vivente, avendo la molecola tutte le proprietà chimiche e fisiche della sostanza nella sua massa, ed essendo l'organismo umano costituito di cellule che hanno gli stessi meccanismi di base della cellula singola. Ma la cellula, specie quella umana, è molto più complessa e specifica della molecola.
Inoltre, lo stesso universo, pur immenso, è strutturalmente semplice, essendo in definitiva formato dalle molteplici combinazioni delle tre particelle stabili e fondamentali: il protone, l'elettrone, ed il neutrone; e basta salire di pochi livelli al di sopra di esse per avere la maggior parte delle sostanze di cui l'universo è costituito, e cioè sostanzialmente idrogeno, elio, e plasma.

"amico".Alt! Sull'argomento, desidero fare una semplice chiacchierata, e non una discussione impegnata. E cioè, vorrei parlarne in termini semplici, giusto per ciò che potrebbe soddisfare la nostra curiosità, e che potrebbe al più esserci di aiuto a conoscere meglio noi stessi.

"prof".Però tu dimentichi che queste cose che diciamo poi io le metto sul sito, ed il pubblico di Internet spesso è esigente, e non vuole solo opinioni e riflessioni, ma anche fatti, notizie.
E' però possibile una soluzione di compromesso: introdurre anche una lista di collegamenti popup (accessi opzionali) a schede informative, e continuare a parlare in questa finestra principale nel modo da te proposto, e che io condivido.
Il primo argomento delle tre schede scientifiche è la cellula, la cui conoscenza è di base per un approccio corretto al cervello e quindi alla mente; di seguito, la lista:

Cenni sulla cellula.

"amico". Ho appena finito di leggere la prima scheda relativa alla cellula. Il nostro organismo è composto da cellule, ed anche il cervello è composto di quelle particolari, specifiche cellule nervose dette neuroni. E quindi, per un migliore approccio alla comprensione del cervello, hai fatto bene ad anticipare qualcosa sulla cellula.
Però, confesso di trovarmi ora in un serio imbarazzo: sono proprio io a non essere tanto sicuro di poter continuare questa chiacchierata nel modo semplice convenuto. Mi spiego.
Quando parli dell'origine delle cellule eucariote, e dell'ipotesi di Jacques Monod, e poi ancora del codice genetico e della sintesi delle proteine, mi sono chiesto se possa esistere una intelligenza della natura.

"prof". Intelligenza della natura è una espressione forte, troppo impegnativa!
Però, non possiamo di certo negare che esistono in natura meccanismi intelligenti. La cellula stessa è come un sofisticatissimo laboratorio chimico automatizzato, il cui software è fornito da madre natura.
Ovviamente, non conosciamo il meccanismo con cui si è formata la prima cellula eucariota, perchè ciò equivarrebbe a conoscere l'origine della vita. Ma non sappiamo nemmeno riprodurre le efficientissime sintesi enzimatiche che avvengono nella cellula a condizioni normali; quando ci riusciamo, oltretutto utilizzando valori alti di temperatura e pressione (nella sintesi dell'ammoniaca si lavora ad esempio a circa 450 °C e a pressioni molto alte), non riusciamo ad ottenere rese complete e prodotti puri.
In conclusione, anche riferendoci agli argomenti trattati nelle schede tecniche relativa alla cellula ed al cervello (DNA, sintesi proteica; origine delle specie naturali, e differenziazione cellulare), noi ritroviamo scritti nel libro della natura tanti principi fondamentali delle scoperte umane. Quindi, in questo senso, la natura è intelligente.

"amico". Allora, come pensi di continuare questa chiacchierata?

"prof". Avendo riassunto nelle tre schede i concetti più importanti, possiamo darli per scontati, e quindi possiamo limitarci a richiamare con un accenno quelli che in qualche modo sono correlati alla nostra discussione.
Intanto, cominciamo a parlare del cervello.

Cenni sul cervello umano.

"prof".Si, d'accordo. Parliamo del cervello.
Tutto il corpo è formato da cellule, ma le cellule del cervello si chiamano neuroni (cellule nervose).
All'inizio ho detto che, oltre ad avere la struttura più complessa dell'universo conosciuto, il cervello ha un'altissima specificità, insita già nei tipi di cellule che lo costituiscono.
Mi spiego meglio. Il dogma centrale della biologia molecolare ci dice che il DNA, portatore dell'informazione genetica e del codice genetico universale, si duplica, sintetizzando i vari tipi di RMN, che a loro volta effettuano la sintesi delle proteine. Come se non bastasse, in ciascun tipo di cellula è scritto dove essa deve essere dislocata e come deve poter interagire con tutto il resto.

L'organismo umano è formato da almeno 200 tipi di cellule che hanno caratteri diversi e ruoli diversi.
Il neurone è uno di questi tipi. Come le comuni cellule, i neuroni hanno un nucleo, un citoplasma ed una membrana cellulare, e svolgono le stesse funzioni di una normale cellula, dalle quali però differiscono sostanzialmente per due aspetti: non si rigenerano; oltre alle normali funzioni della cellula standard, trasportano informazioni.

"amico". Andiamo piano. Una cosa per volta. Che cosa intendi per trasporto dell'informazione?

"prof". Semplicemente questo: i neuroni trasportano tutte le informazioni necessarie dal corpo al cervello, e dal cervello al corpo.
Per esempio, se stai alla fine di una striscia pedonale e vedi un'auto che ti sta venendo addosso, il cervello trasmette all'apparato senso motorio tutti i segnali necessari a farti saltare sul marciapiedi; questi segnali sono diretti dal cervello al corpo. E mentre mi stai ascoltando, le informazioni che ti sto fornendo vengono memorizzate in una ben precisa posizione del cervello.
Oltre la scheda, per ulteriori approfondimenti a carattere divulgativo puoi consultare al riguardo questo indirizzo esterno, che è fatto piuttosto bene: Il cervello 1
Nella colonna della navigazione a sinistra del suddetto sito, è interessante dare un'occhiata anche ai seguenti link:
Explore; Brain basic; e Animation.

Lo scambio di informazioni avviene tramite segnali elettrochimici; il segnale è elettrico all'interno del neurone, ed è chimico (neurotrasmettitore) tra un neurone e quello adiacente. I neuroni sono provvisti di prolungamenti specializzati chiamati dendriti ed assoni, di sinapsi (strutture specializzate per la comunicazione) e di neurotrasmettitori (sostanze chimiche).

"amico". C'è un punto che non mi è chiaro.
Quando è comparsa la prima cellula eucariota (circa 900 milioni di anni fa), essa faceva parte di un organismo molto semplice, i cui neuroni di conseguenza svolgevano un numero di funzioni certamente meno elevato di quello relativo ai neuroni dell'Homo sapiens (comparso appena 200 mila anni fa).
La domanda è questa: come si spiega l'aumento di complessità del neurone, se tutto di esso è scritto e sigillato nel suo DNA?

"prof". La risposta risiede in due parole chiavi: evoluzione delle specie, e differenziazione cellulare.

"amico"Abbiamo tralasciato la non rigenerazione dei neuroni. Se è proprio vero che i neuroni, a differenza degli altri tipi di cellule, non si rigenerano, allora dobbiamo dedurre che il loro numero dimuinisce nel corso della vita.

"prof". Purtroppo si. Ma mentre il numero dei neuroni diminuisce (ovviamente perchè muoiono per senescenza o altre cause), fortunatamente cresce il numero di collegamenti tra tutti i neuroni, specie in presenza di un'attività mentale. Si dice che il cervello è plastico.

La mente umana.

"amico". Siamo giunti all'argomento principale: la mente umana.
Nell'antichità si pensava che sede delle funzioni mentali fosse il cuore. Poi si capì che tali funzioni - indifferentemente riferite alla mente come sinonimo anche di psiche o anima - risiedono almeno in buona parte nel cervello, in senso restrittivo, e più generalmente nel sistema nervoso centrale.
L'introduzione della Psicologia Scientifica Contemporanea (P.S.C., Wundth, anno 1878) determinò il nuovo orientamento verso quella che F. Lange efficacemente definì "psicologia senza l'anima", divenuta - quest'ultima - esclusivo oggetto di indagine metafisica o filosofica, e quindi una entità ben distinta dalla mente. Ma pare che oggi il problema più scottante sia rappresentato dal fatto che si conoscono le funzioni della mente, si fanno delle ipotesi sulla loro localizzazione, ma sappiamo molto poco sui loro meccanismi.

"prof". Proprio così.
Quella della mente è una definizione astratta. Solo il progresso scientifico potrà darne, in un futuro che auspichiamo vicino, una corretta e completa interpretazione.
Ipotesi? Per carità, no! Internet è pieno di migliaia di ipotesi di ogni genere: filosofiche, teologiche, avveniristiche, fantascientifiche, ecc.; perciò, conviene lasciare il campo delle ipotesi a quelle menti geniali che aprono proficue scorciatoie alla ricerca scientifica. Riflessioni, si. Un tipo di approccio interessante potrebbe essere come si pone la mente umana (di grandi personaggi) di fronte al mistero dell'universo.

"amico". Mi fai ricordare il film di Stanley Kubrik, "2001: Odissea nello spazio". Secondo le testuali parole del regista, "ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film; ho tentato di rappresentare un'espressione visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'incoscio."
Ebbene ciò che ricordo di rilevante è appunto quello che tu dici: primo, la mente umana di fronte al grande monolito nero (simbolo di una intelligenza cosmica?) che compare in ciascuno dei tre episodi del film, secondo, la mente umana che lotta per la sopravvivenza contro quella artificiale di HAL.
Poi ancora, ricordo molto bene certi particolari della rappresentazione filmica dell'ambiente cosmico: i grandi silenzi in assenza d'aria, fuori dell'astronave; il viaggio spettacolare - ed anche un pò angosciante - della navicella catapultata attraverso una specie di buco nero nello spazio e nel tempo.

"prof". Io invece penso alla poesia di Giacomo Leopardi, "L'infinito"; ovviamente, non sotto un profilo estetico, ma considerando in particolare come si pone la mente del Poeta di fronte al mistero dell'universo, la più complessa delle entità di fronte agli spazi illimitati, l'infinito appunto (che evoca più del termine universo la illimitatezza degli spazi).

«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»
      (Giacomo Leopardi)

Riportiamo un passaggio delle stesse riflessioni del Poeta sulla situazione psicologica in cui era nata l'ispirazione dell'Infinito: <<La cagione è la stessa, cioè il desiderio dell'infinito, perchè allora in luogo della vista, lavora l'immaginazione ed il fantastico sottentra al reale. L'anima si immagina quello che non vede, che quell'albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe , se la sua vista si estendesse da per tutto, perchè il reale escluderebbe l'immaginario.>>

E così, inizialmente, nella mente del Poeta si forma una idea dell’ infinito come spazio e tempo assoluti - << interminati spazi di là da quella, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura >> - .
La mente del Poeta accenna a spaventarsi di fronte a sensazioni tanto sconosciute; ma solo per un attimo, perchè riesce a superare questo incombente spavento, come è dimostrato dalla immutata dolcezza dei versi.
Il superamento si ha perchè l'iniziale idea dell'infinito come spazio e tempo assoluti è rapportata alla personale percezione sensoriale di tempo e spazio - << E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando>>
La mente del Poeta, riconoscendo il legame indissolubile che lega l'uomo al tempo (il susseguirsi delle stagioni), ed allo spazio, e sentendosi parte dell'infinito, ad esso, provandone un piacere, si abbandona, - << Così tra questa immensità s’annega il pensier mio, ed il naufragar m'è dolce in questo mare. >>

La dolcezza dei versi permane immutata fino alla fine; la complessità della mente riesce a contenere l'idea dell'universo infinito.